Sciopero si, sciopero no. Questo è il dilemma.
Qualche giorno fa mi era stato chiesto da qualcuno del direttivo di prendere una posizione ufficiale e di comunicare a tutti i genitori che la Rete era per lo sciopero e che i ragazzi non sarebbero dovuti andare a scuola per partecipare alle prove invalsi.
Non ero d’accordo, non la ritenevo e non la ritengo tutt’ora una mossa giusta per un Comitato.
La scelta di non prendere una posizione in merito, saggia per il sottoscritto, inutile per qualcuno, è dettata dal fatto che la Rete Genitori non è un partito né un sindacato (come qualcuno vorrebbe), ma un comitato formato da tanti genitori, ognuno dei quali con una propria personalità, con una propria idea politica, con un proprio pensiero. Libero.
Non ero d’accordo, non la ritenevo e non la ritengo tutt’ora una mossa giusta per un Comitato.
La scelta di non prendere una posizione in merito, saggia per il sottoscritto, inutile per qualcuno, è dettata dal fatto che la Rete Genitori non è un partito né un sindacato (come qualcuno vorrebbe), ma un comitato formato da tanti genitori, ognuno dei quali con una propria personalità, con una propria idea politica, con un proprio pensiero. Libero.
Abbiamo scelto di far prevalere il buon senso e di concedere lo spazio della bacheca della Rete Genitori a chiunque avesse voluto postare link sull’argomento, potendo scambiare opinioni, informarsi, farsi una ragione se partecipare o meno a tale sciopero, discutendo liberamente. Questa è democrazia. Altro sarebbe stata imposizione.
I motivi dello sciopero odierno credo che oramai siano noti a tutti, una grandissima percentuale di insegnanti e personale ata si asterrà dal lavorare per protestare contro la riforma, resta il dilemma però se partecipare o meno, cioè se far andare o meno i nostri figli a scuola per boicottare le prove invalsi. Si badi bene che le motivazioni di tale agitazione non sono dettati da una congiura contro tali prove, la cui utilità è comunque ogni anno duramente contestata; le motivazioni nascono dal fatto che il MIUR ha deciso con una mossa doppiogiochista, su indicazione dello stesso Istituto Nazionale (protocollo 003380 del 27/4/15), di spostare i giorni delle prove dopo che era stata già fissata la data dello sciopero nazionale.
Una grave scorrettezza, su questo credo che converrete tutti.
Che fare a questo punto, essere solidali con i lavoratori della scuola, oppure non esserlo e mandare i figli a scuola a sostenere le prove slittate al giorno dopo, invalidando di fatto lo sciopero del 5?
Per una volta proviamo tutti, seppur con qualche malcontento, seppur con qualche malumore ad analizzare bene la situazione serenamente, mettendo da parte almeno per una volta, qualora ce ne siano, egoismi personali e rivendicazioni.
La scuola pubblica è di tutti: la paghiamo tutti con le tasse, ed è un diritto sancito dalla costituzione. Tutti abbiamo diritto a fruirne, tutti abbiamo il dovere di difenderla.
La scuola è la base della cultura di un popolo, la cultura è libertà, la cultura rende liberi.
Lo sciopero nazionale dei lavoratori della scuola ha ragioni ben precise che non starò qui ad indicarvi per non dare un’interpretazione personale che potrebbe sembrare di parte e che vi invito quindi ad approfondire; sappiate però che non c’entrano nulla i mesi di vacanza estivi, né tanto meno i cosiddetti “privilegi che taluni prof vogliono mantenere” come ho letto da qualche parte.
La scuola pubblica è di tutti: la paghiamo tutti con le tasse, ed è un diritto sancito dalla costituzione. Tutti abbiamo diritto a fruirne, tutti abbiamo il dovere di difenderla.
La scuola è la base della cultura di un popolo, la cultura è libertà, la cultura rende liberi.
Lo sciopero nazionale dei lavoratori della scuola ha ragioni ben precise che non starò qui ad indicarvi per non dare un’interpretazione personale che potrebbe sembrare di parte e che vi invito quindi ad approfondire; sappiate però che non c’entrano nulla i mesi di vacanza estivi, né tanto meno i cosiddetti “privilegi che taluni prof vogliono mantenere” come ho letto da qualche parte.
Vorrei solo invitarvi alla riflessione, quella più serena possibile, attraverso un semplice ragionamento.
Ognuno si faccia un elenco personale delle cose che secondo lui non vanno nella scuola pubblica, molti dei quali sono argomenti di continua discussione sulla pagina della Rete Genitori: dalle strutture fatiscenti che cadono i testa ai nostri figli alla pulizia insufficiente, dall’abbandono scolastico all’inclusività dei ragazzi svantaggiati, dalla mensa ai buoni libro.
Ogni anno discutiamo perché nel POF le scuole hanno sempre meno progetti da presentare colpa della drastica riduzione del proprio bilancio. In caso di assenza per malattia le scuole non possono nominare un sostituto perché mancano i fondi e i ragazzi vengono dirottati in altre classi, anche per lunghi periodi. Mancano i soldi per l’acquisto di materiale didattico e ogni anno si chiede ai genitori di partecipare con una quota all’atto dell’iscrizione. Si parla di educazione motoria ma molte scuole non hanno una palestra agibile, si parla di informatizzazione ma non hanno un sistema wifi funzionante. Non ci sono soldi per comprare un vetro rotto, riparare una porta, una maniglia, una lampada. Mancano i soldi per riparare rubinetti che perdono o per sostituire igienici rotti.
Eppure questi problemi sono noti a tutti e soprattutto comuni a tutte le scuole d’Italia secondo un rapporto di Cittadinanza Attiva del 2014.
Ogni anno discutiamo perché nel POF le scuole hanno sempre meno progetti da presentare colpa della drastica riduzione del proprio bilancio. In caso di assenza per malattia le scuole non possono nominare un sostituto perché mancano i fondi e i ragazzi vengono dirottati in altre classi, anche per lunghi periodi. Mancano i soldi per l’acquisto di materiale didattico e ogni anno si chiede ai genitori di partecipare con una quota all’atto dell’iscrizione. Si parla di educazione motoria ma molte scuole non hanno una palestra agibile, si parla di informatizzazione ma non hanno un sistema wifi funzionante. Non ci sono soldi per comprare un vetro rotto, riparare una porta, una maniglia, una lampada. Mancano i soldi per riparare rubinetti che perdono o per sostituire igienici rotti.
Eppure questi problemi sono noti a tutti e soprattutto comuni a tutte le scuole d’Italia secondo un rapporto di Cittadinanza Attiva del 2014.
Ebbene, avete letto qualcosa inerente la risoluzione di questi problemi nella riforma “la buona scuola”?
Avete letto dello stanziamento di nuovi fondi per la scuola pubblica per tali incombenze?
A me non sembra.
A me non sembra.
Forse l’obiettivo di tale riforma è un altro, ben lontano dalle reali esigenze della Scuola Italiana.
Quella dei nostri figli.
Decidete ora in tutta serenità, pur con qualche sacrificio, se essere partecipi o meno con chi sciopera.